Origine e storia della disciplina che allena mente e corpo
Favorire l’equilibrio tra mente e corpo e combattere il logorio della vita contemporanea: è questo, in sintesi, il Pilates. Disciplina sportiva di recente sviluppo, il Pilates è però rimasto per lunghi anni nell’ombra, praticato essenzialmente da ballerini e atleti come tecnica di coordinazione e potenziamento del corpo. L’epoca contemporanea ha però assistito alla scoperta di questa tecnica di fitness, la cui peculiarità è quella di conciliare la ricerca della forma fisica all’equilibrio tra mente e corpo.
Il Pilates è infatti il frutto di un’intensa riflessione sulle tecniche sportive occidentali moderne, considerate insoddisfacenti e poco appaganti dal punto di vista dei risultati finali. Fu Joseph Pilates a sviluppare l’omonimo metodo che, fondandosi sull’incontro tra discipline orientali quali lo yoga e le dottrine sportive tipiche dell’occidente, ideò un metodo rivoluzionario di allenamento.
Alla base della riflessione di Joseph Pilates ci fu una necessità personale: l’infanzia del futuro ginnasta fu caratterizzata da una salute decisamente cagionevole alla quale egli reagì lavorando intensamente sul proprio corpo. Gli allenamenti a cui si sottopose gli mostrarono, però, quanto limitanti potessero essere le possibilità offerte dal fitness dei primi decenni del 1900.
Gli aspetti da lui ricercati, infatti, portavano non solo verso il potenziamento della forza del corpo, ma anche verso la ricerca dell’equilibrio e del bilanciamento fisico. Un compromesso che Joseph Pilates ritrovò coniugando le discipline sportive occidentali con le tecniche di respirazione e la fluidità corporea tipica dei metodi orientali. Due approcci diversi che trovano il proprio trait d’union nella concentrazione e nella piena consapevolezza dei movimenti, aspetti che portano a una completa coordinazione di corpo, mente e spirito, vera e propria peculiarità del Pilates.
Oggi conosciuto col nome del suo inventore, il Pilates inizialmente prese il nome di Contrology, disciplina che negli anni ’30 divenne particolarmente famosa tra ballerini e atleti come tecnica di riscaldamento, potenziamento e coordinazione.
Nella pratica il Pilates conta numerosissimi esercizi, spesso supportati da particolari attrezzi, il cui scopo è quello di far cooperare mente e corpo alla ricerca del comune controllo e della fluidità dei movimenti, coordinati tra loro tramite la respirazione.
I benefici che si possono ricavare da questa nuova tecnica sportiva sono molteplici. Il Pilates, infatti, migliora la postura andando ad agire consapevolmente sull’apparato scheletrico e contemporaneamente sul tono e la forza muscolare. I movimenti tipici della disciplina, poi, conferiscono maggior fluidità al corpo che, sottoposto alla sedentarietà della vita contemporanea, appare sempre più ‘legato’. Non bisogna poi dimenticare l’aspetto fondamentale del relax derivante dal Pilates, capace di diminuire lo stress grazie alla piena consapevolezza dei movimenti del proprio corpo.
Nonostante le sue origini siano decisamente vicine nel tempo, essendo nato i primi anni del 1900, la diffusione odierna del Pilates è il segnale più immediato di come questa disciplina abbia trovato nel consenso popolare la sua vera e più grande consacrazione a attività sportiva benefica per mente e fisico.
Chi era Joseph Pilates.
Joseph Hubertus Pilates era europeo, precisamente tedesco di origine greca, nato a Monchengladbach, nei pressi di Dusseldorf, nel 1880 Joseph Hubertus Pilates fu l’inventore del metodo Pilates. Nato nei pressi di Düsseldorf da genitori di discendenza greca e tedesca, Joseph Hubertus Pilates si convinse che il moderno stile di vita, la pessima postura e la respirazione inefficace fossero le cause di una salute precaria.
Joseph era un bambino gracile sofferente d’asma e rachitismo e passava lunghi periodi in sanatorio.
Fu proprio alla partenza da una degenza che un medico, amico di famiglia, regalò a Joseph un libro di fisiologia ed anatomia del corpo umano. Questo lo spronò a studiare e praticare ginnastica, forse per superare gli effetti di una saluta precaria e le prese in giro degli altri bambini, si impegnò a tal punto che divenne a 14 anni modello per la raffigurazione di tavole anatomiche del corpo umano. Poi campione di sci, nuoto, culturismo, circense e via via sino ad avvicinarsi alle discipline orientali, qui piano piano prese vita contrology (PILATES), l’intuizione, la genialità del suo ideatore, un sistema unico, dove si possono ritrovare aspetti di alcune discipline orientali, ma rimane unico per i principi cardine che sostengono la disciplina.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Joseph Pilates, a causa della sua nazionalità, venne internato per un anno nel Lancaster assieme ad altri connazionali. Durante questo periodo continuò ad allenarsi ed allenare i compagni di prigionia,raffinando i suoi principi sulla salute.
Joseph Pilates ebbe modo di vantarsi quando, nel 1918, un’influenza epidemica uccise migliaia di inglesi, ma nessuno di coloro che si sottoposero al suo training fisico contrasse l’influenza assassina.
Più tardi venne trasferito sull’isola di Man dove si ritrovò a contatto con soldati menomati, costretti all’immobilità e bisognosi di terapie riabilitative. Fu in questa occasione che Joseph Pilates cominciò a costruire macchinari e attrezzature che potessero aiutare queste persone.
Negli anni venti Joseph Pilates tornò in Germania dove incontrò il grande coreografo e studioso del “movimento” Rudolf Laban e da qui il binomio danza-pilates.
Nel frattempo Joseph Pilates lavorò ad Amburgo come istruttore delle reclute del corpo di Polizia. Il Governo gli propose poi di addestrare i nazisti dell’ esercito tedesco ma Joseph Pilates rifiutò e si trasferì in America.
Durante il viaggio in nave conobbe Clara, la donna che divenne poi sua moglie e con la quale aprì uno studio a New York accanto alla sede del New York City Ballet e lì suscitò subito l’interesse di atleti, ballerini, attori e altre persone.
Joseph Pilates cominciò a codificare la sua tecnica: la prima parte era incentrata esclusivamente sul Mat Work, ovvero una serie di esercizi eseguiti a corpo libero su di un materassino (“mat”).
Questo programma venne codificato in un libro chiamato Contrology, nome originario che lui stesso coniò per la sua tecnica.
Come nasce il lavoro sui grandi attrezzi Pilates
Il lavoro comunque non si ridusse alla codificazione degli esercizi, ma si estese al perfezionamento di particolari attrezzi. Ai tempi della sua prigionia in Inghilterra infatti, Joseph Pilates applicò delle molle e carrucole ai letti dei pazienti con lo scopo di aiutarli a ritrovare e mantenere il tono muscolare, mentre erano ancora allettati.
Come risultato di questa idea nacque l’Universal Reformer, l’attrezzo che a tutt’oggi è parte centrale del metodo Pilates. Durante il suo lavoro altri attrezzi furono inventati così come altri esercizi per il Mat Work.
Solo due degli studenti di J. Pilates, Carola Trier e Bob Seed, aprirono il loro studio pilates mentre Joseph era ancora in vita.
Quando nel 1967 morì, lui stesso e il suo studio erano diventati ormai una istituzione.
Un certo concetto di benessere: la contrologia
Il concetto di benessere che Pilates voleva trasmettere,non era legato solo al fisico o agli esercizi fisici,ma trasmettere il concetto globale di benessere,con la giusta dieta,il giusto sonno e la costante pratica degli esercizi per costruire un corpo ed una mente,elastica, forte e controllata.
Da qui il suo nome “CONTROLOGY”.
Contrology non è altro che costruire il vostro corpo per produrre una struttura armoniosa, cui diamo il nome di benessere fisico, che si riflette in unità di corpo, mente e spirito.
Ciò a sua volta si rifletterà in una postura perfetta ed in tutti quei movimenti funzionali che compiamo quotidianamente, ad esempio camminare, stare seduti o stare in piedi, ottimizzeremo la nostra energia investendone solamente il 25%.
Il titolo del libro di Pilates è “RITORNO ALLA VITA” e credo sia il modo migliore per terminare questa piccola panoramica su una disciplina che è davvero un tornare a vivere.